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lunedì 29 dicembre 2014

Marco Travaglio sul Fatto Quotidiano: “I compagni Gnorri”

Quindi, se la barbarie di arrestare i favoreggiatori di latitanti valesse per tutti, lui passerebbe direttamente dalla Sacra Famiglia a San Vittore. Tutti gli altri politici invece fan finta di nulla. Soprattutto nel Pd, come nota Gad Lerner sul suo blog, parlando di “omertà”. Il fatto che Renzi insista a “non commentare le indagini” è già qualcosa, viste le fesserie dette da chi commenta (da Napolitano a D’Alema). Scusate, compagnucci, volete finalmente dirci chi è per voi Primo Greganti? Ventun anni fa, quando finì dentro la prima volta, fingevate tutti di non conoscerlo. Lui stette al gioco e finse di non conoscervi. A costo di coprirsi di ridicolo e di condanne, raccontò che la mazzetta da 1 miliardo e 245 milioni versatagli in tre rate dal gruppo Ferruzzi in cambio di contratti dall’Enel era il compenso per le sue intermediazioni navali con la Cina; che la mazzetta Fiat da 260 milioni in cambio dell’appalto per un depuratore torinese era l’eredità di un vecchio compagno (ovviamente morto). I giudici, quando finirono di ridere, lo condannarono tre volte (pure per un altro finanziamento illecito al Pds dal gruppo Gavio-Itinera), sempre come collettore di mazzette per il Pci-Pds. Purtroppo il Pci-Pds non aveva mai un nome né un volto: i destinatari delle mazzette restavano regolarmente nell’ombra grazie al silenzio a tenuta stagna del Compagno G. Ora ci risiamo. Vent’anni dopo, il pluripregiudicato G era rientrato nel giro, aveva ottenuto la tessera del Pd, lavorava per le feste del partito e aveva presenziato al lancio della candidatura del renziano Sergio Chiamparino a governatore del Piemonte. Il suo gemello Giancarlo Quagliotti – condannato con G per la mazzetta del depuratore, transitata per metà sul suo conto svizzero “Idea” e per metà sul conto “Gabbietta” di Greganti – è stato ancor più fortunato: è il braccio destro del sindaco renziano Piero Fassino ed è considerato il vero padrone del Pd sotto la Mole. C’è qualcosa che noi (e i giudici) ancora non sappiamo, o queste carriere eterne dipendono dalla insostituibile bravura di Primo & Giancarlo, alias Gabbietta & Idea? Il giovane Renzi dirà che lui andava all’asilo. Ma farebbe bene a informarsi. È un ragazzo sveglio: non può non porsi qualche domanda facile facile, da girare magari alle vecchie pantegane del partito passate col rottamatore per evitare la rottamazione. Tipo questa: se Greganti non c’entra più nulla con il partito, ed è un privato imprenditore che traffica con la Cina e con Cuba, che ci faceva alle riunioni per gli appalti Expo con Frigerio e Grillo (Luigi)? E perché il Gip che l’ha arrestato lo definisce ancora “persona legata al mondo delle società cooperative di area Pd”? Bersani dichiara al Fatto che l’indagine su Expo è un “polverone che danneggia il Pd alle elezioni: è già successo col Monte Paschi, abbiamo perso un bel po ’ di punti e poi s’è visto che era un polverone”. Per la verità c’è un processo in corso e s’è visto che si sono mangiati una banca, han lasciato solo gli ossicini e ora, prim’ancora di fare il ruttino, sentenziano che è tutto un polverone. Calma, ragas-si. Per Bersani “il Pci, le coop e Greganti sono archeologia” e le coop rosse non sono più “la longa manus del partito”. Sta di fatto che Frigerio e Greganti sponsorizzavano a braccetto la Manutencoop di Bologna per gli appalti di Expo. Così come Greganti, fra gli anni 80 e 90, prendeva tangenti dalla Ferruzzi a cui raccomandava la Cmc di Reggio Emilia per i subappalti Enel. Bersani aggiunge: “Greganti non lo incrocio da chissà quanti anni”. Interessante. Dunque prima lo incrociava? E per parlare di che: di navi cinesi? 

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