Quindi,
se la barbarie di arrestare i favoreggiatori di latitanti valesse per
tutti, lui passerebbe direttamente dalla Sacra Famiglia a San
Vittore. Tutti gli altri politici invece fan finta di nulla.
Soprattutto nel Pd, come nota Gad Lerner sul suo blog, parlando di
“omertà”. Il fatto che Renzi insista a “non commentare le
indagini” è già qualcosa, viste le fesserie dette da chi commenta
(da Napolitano a D’Alema). Scusate, compagnucci, volete finalmente
dirci chi è per voi Primo Greganti? Ventun anni fa, quando finì
dentro la prima volta, fingevate tutti di non conoscerlo. Lui stette
al gioco e finse di non conoscervi. A costo di coprirsi di ridicolo e
di condanne, raccontò che la mazzetta da 1 miliardo e 245 milioni
versatagli in tre rate dal gruppo Ferruzzi in cambio di contratti
dall’Enel era il compenso per le sue intermediazioni navali con la
Cina; che la mazzetta Fiat da 260 milioni in cambio dell’appalto
per un depuratore torinese era l’eredità di un vecchio compagno
(ovviamente morto). I giudici, quando finirono di ridere, lo
condannarono tre volte (pure per un altro finanziamento illecito al
Pds dal gruppo Gavio-Itinera), sempre come collettore di mazzette per
il Pci-Pds. Purtroppo il Pci-Pds non aveva mai un nome né un volto:
i destinatari delle mazzette restavano regolarmente nell’ombra
grazie al silenzio a tenuta stagna del Compagno G. Ora ci risiamo.
Vent’anni dopo, il pluripregiudicato G era rientrato nel giro,
aveva ottenuto la tessera del Pd, lavorava per le feste del partito e
aveva presenziato al lancio della candidatura del renziano Sergio
Chiamparino a governatore del Piemonte. Il suo gemello Giancarlo
Quagliotti – condannato con G per la mazzetta del depuratore,
transitata per metà sul suo conto svizzero “Idea” e per metà
sul conto “Gabbietta” di Greganti – è stato ancor più
fortunato: è il braccio destro del sindaco renziano Piero Fassino ed
è considerato il vero padrone del Pd sotto la Mole. C’è qualcosa
che noi (e i giudici) ancora non sappiamo, o queste carriere eterne
dipendono dalla insostituibile bravura di Primo & Giancarlo,
alias Gabbietta & Idea? Il giovane Renzi dirà che lui andava
all’asilo. Ma farebbe bene a informarsi. È un ragazzo sveglio: non
può non porsi qualche domanda facile facile, da girare magari alle
vecchie pantegane del partito passate col rottamatore per evitare la
rottamazione. Tipo questa: se Greganti non c’entra più nulla con
il partito, ed è un privato imprenditore che traffica con la Cina e
con Cuba, che ci faceva alle riunioni per gli appalti Expo con
Frigerio e Grillo (Luigi)? E perché il Gip che l’ha arrestato lo
definisce ancora “persona legata al mondo delle società
cooperative di area Pd”? Bersani dichiara al Fatto che l’indagine
su Expo è un “polverone che danneggia il Pd alle elezioni: è già
successo col Monte Paschi, abbiamo perso un bel po ’ di punti e poi
s’è visto che era un polverone”. Per la verità c’è un
processo in corso e s’è visto che si sono mangiati una banca, han
lasciato solo gli ossicini e ora, prim’ancora di fare il ruttino,
sentenziano che è tutto un polverone. Calma, ragas-si. Per Bersani
“il Pci, le coop e Greganti sono archeologia” e le coop rosse non
sono più “la longa manus del partito”. Sta di fatto che Frigerio
e Greganti sponsorizzavano a braccetto la Manutencoop di Bologna per
gli appalti di Expo. Così come Greganti, fra gli anni 80 e 90,
prendeva tangenti dalla Ferruzzi a cui raccomandava la Cmc di Reggio
Emilia per i subappalti Enel. Bersani aggiunge: “Greganti non lo
incrocio da chissà quanti anni”. Interessante. Dunque prima lo
incrociava? E per parlare di che: di navi cinesi?
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