Ebola: migliora malato italiano, da ieri nuova cura
Il “paziente zero” per l’Italia resta ricoverato in isolamento all’Istituto Spallanzani di Roma. Nessuna informazione sul nome del nuovo farmaco
Nono giorno di ricovero, presso l’Istituto Nazionale per le Malattie Infettive Lazzaro Spallanzani di Roma, per l’italiano malato di Ebola, .
Oggi, le sue condizioni sono leggermente migliorate e attualmente il paziente non ha la febbre. Lo riporta il nuovo bollettino medico diramato dall’ospedale. Tuttavia, affermano i medici dello Spallanzani che lo hanno in cura, “persiste la sintomatologia presente nei giorni precedenti, con un leggero miglioramento e permane una profonda spossatezza”. “Il paziente – hanno sottolineato – è contattabile erisponde a tono alle domande poste“. Intanto, è iniziato ieripomeriggio il nuovo trattamento con farmaco sperimentale.
Le condizioni del 50enne siciliano, contagiato in Sierra Leone dove si trovava come volontario per Emergency, erano peggiorate nella notte tra l’1 e il 2 dicembre. Poi il quadro clinico si era stabilizzato nella mattinata del 2 dicembre e, come riportato nel bollettino di ieri pomeriggio, il paziente doveva essere sottoposto “a un ulteriore trattamento con farmaco sperimentale appena arrivato dall’estero”.
Non si hanno, però, informazioni sul nome del medicinale e sul tipo di trattamento. Il riserbo da parte dei medici rimane, infatti, totale e laprognosi resta riservata.
In ogni caso, si tratta del quarto strumento utilizzato dall’equipe dello Spallanzani: Dal momento del suo arrivo in ospedale il 25 novembre, il “paziente zero” per l’Italia è stato trattato prima con una terapia antivirale, poi con il “plasma di convalescenza” di persone guarite (attraverso delle trasfusioni di sangue) e infine con un altro farmaco sperimentale che interviene sul sistema immunitario. Ora, si spera nell’efficacia di questa nuova cura.
Perché le trasfusioni sono utili – Già qualche mese fa l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) aveva spiegato l’importanza di questa cura. “Il trattamento di pazienti con trasfusioni sanguigne dai sopravvissuti alla malattia dovrebbe avere priorità immediata tra tutte le terapie sperimentali in considerazione per l’epidemia” era stato annunciato.
In teoria, coloro che sono guariti dall’Ebola dovrebbero aver sviluppato un anticorpo resistente al virus. Quindi, le trasfusioni di una certa componente del sangue (appunto il plasma di convalescenza) potrebbe aiutare i malati a difendersi dall’epidemia. Nel caso del medico italiano, il sangue è arrivato dalla Germania, “grazie a una catena di supporto e di solidarietà istituzionale, scientifica, delle società farmaceutiche, delle società di trasporto”.
Intanto, mentre cresce la preoccupazione per il medico di Emergency ricoverato in isolamento, la diffusione dell’epidemia sembra rallentare nei paesi più colpiti dal contagio, (Sierra Leone, Liberia e Guinea) grazie all’isolamento e la cura del 70% dei contagiati e grazie alle modalità più sicure per la sepoltura dei defunti.
Arrivano notizie positive anche dal fronte scientifico: Il vaccinosperimentale canadese VSV-EBOV sarebbe, infatti, ben tollerato dai 34 volontari sottoposti al test e, nella giornata, di ieri la Spagna è stata dichiarata “Ebola free”.
Mentre gli Stati Uniti dovranno aspettare ancora qualche settimana prima che termini il periodo di 42 giorni previsto dall’Oms per dichiarare un paese libero dal virus.
I numeri dell’Ebola – Nonostante il “rallentamento consistente dell’epidemia”, il virus continua a mietere vittime soprattutto in Sierra Leone. Il numero dei contagi registrati in Africa Occidentale (circa mille in più rispetto al conteggio del 28 novembre) è salito a 17.111. Sono invece 6.055, secondo le cifre diffuse dall’Oms, i morti. Nessun nuovo caso in Mali, dove i sei decessi per Ebola avevano destato preoccupazione.
Per curare i contagiati, in America è salito a 35 il numero di ospedali in grado di fronteggiare l’emergenza sanitaria. Tutti sono raggruppati intorno alle principali metropoli e molti altri potrebbero predisporre delle misure d’intervento nei prossimi giorni.
Proprio oggi, il presidente degli Stati Uniti Barack Obama, durante la sua visita nell’Istituto della Sanità del Maryland, ha annunciato che “Non possiamo sconfiggere l’Ebola senza ulteriori fondi” esortando il Congresso a sbloccare 6 miliardi di dollari al più presto. “Se vogliamo che gli altri Paesi continuino a mobilitarsi – ha spiegato – dobbiamo continuare a dare l’esempio”.
A proposito degli aiuti economici a favore delle popolazioni colpite, è importante la convenzione firmata dal Ministero degli Esteri e dall’Inmi Spallanzani: il piano d’intervento da 250.000 euro prevede un’assistenza tecnica da fornire alle autorità e agli operatori della Sierra Leone.
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