martedì 8 aprile 2014
Milioni di italiani sono alla fame: sono almeno 4.100.000 le
persone che stentano a mettersi un piatto di pasta davanti 2 volte al
giorno, e di questi almeno la metà sono PENSIONATI con la "minima",
ormai insufficiente anche per pagare le bollette e mangiare riducendo
al massimo le spese. MA LO SCANDALO DEI PENSIONATI D'ORO E DEI BABY
PENSIONATI (spesso entrambe le cose contemporaneamente) VA AVANTI COME
SE NULLA FOSSE: il mini-contributo di solidarietà che aveva varato il
governo Monti è stato riconosciuto INCOSTITUZIONALE dalla Consulta
composta da giudici che diventeranno, una volta che vanno in pensione, a
loro volta dei super-pensionati.E COME SE NON BASTASSE, IL GOVERNO TAGLIERA' LE PENSIONI A CHI HA LAVORATO UNA VITA: DI SEGUITO SPIEGHIAMO IL PERCHE'; i conti dell'INPS non tornano, e certo il governo non sembra intenzionato a reperire i MILIARDI DI EURO necessari per mantenere le pensioni senza tagliarle; anche perché dovranno reperirli molti miliardi all'anno, MA PER IL FISCAL COMPACT...
Editoriale a cura di Alessandro Raffa per nocensura.com
PS: come lei ce ne sono MIGLIAIA... visto che c'è un Consiglio Regionale per ciascuna delle 20 regioni italiane... |
E TRA UN PO' VERRANNO A TOCCARE LA PENSIONE DI CHI HA LAVORATO UNA VITA: CI SCOMMETTIAMO CHE LO FARANNO?
IO CI METTO LA FACCIA DINNANZI A 547.475 PERSONE (il numero degli iscritti alla nostra pagina Facebook) E VI DICO CHE ENTRO 2 ANNI - MASSIMO 3 - (sono stato larghissimo!)
RIDURRANNO LE PENSIONI: NON HO POTERI PARANORMALI, NON PREVEDO IL FUTURO, MA ANALIZZANDO I CONTI INPS EMERGE UN QUADRO PREOCCUPANTE, PER EVITARLO DOVREBBERO INTERVENIRE SUBITO TROVANDO DIVERSI MILIARDI ALL'ANNO, PER GARANTIRE LE PENSIONI MA COME VEDETE NON LO FANNO... E DI TOCCARE LE MEGA-PENSIONI NON SE NE PARLA, ANZI: è "INCOSTITUZIONALE" !!!
L'INPS HA GIA' IL DESTINO SEGNATO, MA SICCOME POLITICI E MEDIA TACCIONO (e c'è un motivo se tacciono) LA GENTE NON CI PENSA NEMMENO...
venerdì 21 marzo 2014
A cura di Alessandro Raffa per nocensura.com In questa nota che ho pubblicato il 19 Marzo ho scritto quanto segue:
L'INPS è IN UNA SITUAZIONE DI DISSESTO; (andate a vedere l'infografica sui conti INPS contenuta in questo articolo.)
Cioè questa infografica qui:
Dal 2012 in poi (quando la Fornero ha accorpato INPDAP e ENPALS all'INPS) nel giro di 3 anni i conti sono finiti in ROSSO; l'operazione della Fornero per "salvare" i due enti accorpati all'INPS ha trascinato nel burrone anche l'ente previdenziale, che fino a quel momento produceva un sostanzioso attivo di bilancio.
Anno 2009: 42,5 miliardi di euro di ATTIVO
Anno 2010: 43,5 miliardi di euro di ATTIVO
Anno 2011: 41,2 miliardi di euro di ATTIVO
Anno 2012: 21,8 miliardi di euro di ATTIVO (Riforma Fornero e inizio caduta libera)
anno 2013: 7,4 miliardi di euro di ATTIVO
anno 2014: -4,5 miliardi di euro di PASSIVO
Visto il trend, immaginate voi cosa accadrà nel 2015, 2016, etc... E' SOLO QUESTIONE DI TEMPO, anche se i mass media non ne parlano, prima di quanto pensiate ci presenteranno, con toni allarmistici, "il conto"...
E LA "SOLUZIONE" CHE TROVERANNO, SARA' *TAGLIARE LE PENSIONI* RICORDATEVI QUESTE PAROLE... dopo un'operazione di "terrorismo mediatico" - diranno che sono a rischio le pensioni di tutti - il popolino accetterà supinamente una bella "riforma", ovvero un colpo di forbice a tutte le pensioni... (e pensare che il taglio, pur leggero, alle pensioni d'oro è stato dichiarato incostituzionale! A dichiararlo incostituzionale sono stati i giudici della Consulta, che andando in pensione con assegni da 30.000€ al mese, sono stati chiamati ad esprimersi, in pratica, sulle loro pensioni!)
Ieri 20 Marzo, l'ANSA ha pubblicato il seguente articolo:
Allarme Inps, 'Ormai in situazione limite'
Non ci sono margini per tagli alla spesa e al personale senza incidere sui livelli di servizio (...) (Leggi l'articolo)
- - - - -
I dati parlano chiaro: l'INPS è destinato alla bancarotta. L'accorpamento di Enpals e Inpdap (e dei debiti dei due enti) è risultato fatale per l'ente previdenziale nazionale.
Quando la Fornero ha accorpato Inpdap e Enpals all'INPS non poteva non sapere quali sarebbero stati gli effetti; ma doveva gestire il dissesto finanziario di Inpdap ed Enpals, e ha scelto la "via" più sbrigativa, mettendo in ginocchio anche l'INPS.
Dal 2012 a oggi i governanti hanno fatto finta di niente, come se non conoscessero la situazione dell'INPS, e anche oggi non sembrano intenzionati a fare qualcosa per risolvere i problemi. In pratica stanno aspettando che si arrivi a dover gestire una situazione di emergenza, quando l'ente sarà ben bene indebitato con le banche e il pagamento delle pensioni sarà a rischio.
Le banche in questo modo - oltre a lucrare sugli interessi - potranno depredare l'ente previdenziale dei propri beni: metteranno le mani sul patrimonio immobiliare dell'INPS e soprattutto, di quel 5% di quote della proprietà della Banca d'Italia che attualmente detiene l'ente previdenziale di Stato.
La situazione di emergenza giustificherà il ricorso a "misure straordinarie" e i nostri pensionati, dopo aver convissuto qualche giorno con la paura di non percepire l'assegno mensile che gli consente di mangiare, accetteranno senza fiatare una riduzione.
Il bilancio dell'INPS sarà risanato falcidiando le pensioni; saranno ridotte dell'importo necessario per far quadrare i conti. Taglieranno tutte le pensioni, con un criterio proporzionale, al massimo eviteranno tagli alle "pensioni minime", ma già chi percepisce un migliaio di euro non se la caverà. Nel migliore dei casi la sforbiciata sarà del 10%, nel peggiore dei casi arriverà anche al 15% e auguriamoci che non vada peggio. E pensare che le mega pensioni non si possono tagliare: secondo la Consulta è incostituzionale...
Sperando vivamente di essere smentito dai fatti, vi invito a RICORDARE queste mie parole...
Alessandro Raffa per nocensura.com
sabato 29 marzo 2014
In merito all'articolo:
INPS, collasso inevitabile: pensioni tagliate e lucro per le banche
Che l'#INPS sia destinato al collasso, lo dicono i NUMERI, non è una "teoria". Che i governi Monti-Letta e ora Renzi abbiano fatto finta di niente - cioè non hanno fatto niente per evitare di arrivare al disastro - è EVIDENTE; come lo è che TUTTI I MASS MEDIA e anche i "talk show" che parlano di "notizie scomode" (ma entro certi limiti...) NON NE PARLINO. Questo articolo ha avuto decine di migliaia di letture, e sicuramente lo hanno letto anche molti giornalisti, ma IGNORANO la questione, per non "disturbare il manovratore"... in ballo ci sono gli assegni di MILIONI DI PENSIONATI ... potete pure fregarvene, ma loro non si fregheranno di voi. Se non siete pensionati... non avete nemmeno parenti - genitori, nonni, zii - che lo sono?
RICORDATEVI QUANTO SCRITTO IN QUESTO TESTO... e se qualcuno può smentirmi (dati alla mano) lo faccia, io sono qua, anzi SPERO di essere smentito...
Alessandro Raffa di Nocensura.com
RICORDATEVI LE MIE PAROLE... MI AUGURO DI VERO CUORE CHE TRA QUALCHE TEMPO POSSIATE VENIRE QUA A DIRMI CHE SONO UN "DISFATTISTA COMPLOTTISTA" E CHE MI SBAGLIAVO IN TOTO, MA AHIME' NON CREDO DI SBAGLIARMI...
Alessandro Raffa di Nocensura.com
venerdì 31 agosto 2012
Mauro Sentinelli |
Tra le tante ignobiltà di questo paese, una delle più schifose, alla quale sarebbe possibile rimediare nel tempo necessario per approvare una legge composta da 4 righe di testo, è quella delle mega pensioni.
Sono 100.000 i "super-pensionati" e ci costano ben 13 miliardi di euro all'anno. Per garantire il cospicuo assegno a queste persone - che hanno guadagnato cifre ingentissime durante la carriera lavorativa - devono versare i contributi qualcosa come 2.200.000 lavoratori. Uno sproposito.
La pensione più ricca d'Italia è quella di Mauro Sentinelli, ex manager e ingegnere elettronico della Telecom; percepisce un assegno di 90.246 euro al mese, - circa 3008 euro al giorno - che si sommano ai gettoni di presenza che percepisce in qualità di membro del Consiglio di Amministrazione di Telecom e Presidente del Consiglio d’Amministrazione di Enertel Servizi Srl. Non male per un pensionato, no?
A Mauro Sentinelli dobbiamo riconoscere che se oggi percepisce una pensione di tale portata, è perché ha fatto una carriera di tutto rispetto, a differenza dei tanti che percepiscono 20-30.000 euro al mese per aver scaldato gli scranni del parlamento per trent'anni. E' stato lui l'ideatore del "servizio prepagato Tim Card", che ha generato immensi profitti per la sua azienda. Una carriera, la sua, premiata con diverse cariche onorifiche: nel 1999 è diventato Cavaliere della Repubblica, nel 2002 Commendatore, nel 2006 Grand’Ufficiale. Dobbiamo riconoscergli di aver versato senza dubbio ingenti contributi pensionistici e tasse, tuttavia pensioni di tale importo non dovrebbero essere contemplate dalla legge, non dovrebbero esistere.
Nella classifica dei pensionati d'oro dietro a Sentinelli, c'è Mauro Gambaro, ex direttore generale di Interbanca, con 665.084 euro all'anno, seguito a ruota da Alberto De Petris, altro ex dirigente del settore telefonia, con 653.567 euro annui.
I signori citati sopra sono stati protagonisti di una brillante carriera lavorativa, e percepiscono questi compensi esagerati a causa delle leggi troppo "generose" stabilite dai governi che si sono susseguiti.
Passiamo ai politici: che invece percepiscono un lauto assegno per il "merito" di aver guidato questo paese allo sfascio a cui assistiamo oggi. Personaggi che, in molti casi, sono entrati in politica in gioventù, per poi trovarci la pensione (in alcuni casi sono 'senatori a vita') persone che in molti casi, avendo - oltre alla carica elettiva di senatore/deputato - anche un lavoro, si sono viste versare per decenni "contributi figurativi" che hanno concorso alla pensione da lavoratore pur non svolgendo la propria mansione.
Tra i politici il pensionato più pagato è il presidente emerito Carlo Azeglio Ciampi, che cumula 30 mila euro/mese di pensione Bankitalia con 4000 euro dell`Inps ed i 19.054 euro dell`indennità da parlamentare. Oscar Luigi Scalfaro, oltre all`indennità di palazzo Madama (19.054) prende 4.766 euro netti al mese dall`Inpdap per avere esercitato l`attività di magistrato per tre anni (dal 1943 al 1946), Lamberto Dini incassa 18 mila euro da Bankitalia, 7000 dall`Inps e 19.054 dal Senato, Giuliano Amato invece cumula 22.048 euro mese dall`Inpdap coi 9.363 che gli da il Parlamento.
Quest'ultimo, ospite della trasmissione "Otto e mezzo" alla domanda "se è disposto a ridursi la pensione" ha risposto che "non ha capito la domanda..." è proprio vero, certe cose i politici non solo non vogliono sentirle, ma non ci riescono nemmeno...
Se i "senatori a vita" (quelli nominati tali, e quelli che lo sono di fatto in quanto da 20-30 anni presenti ininterrottamente in parlamento) arrivano a intascare una cifra intorno ai 30.000 euro, per assicurarsi una bella pensione sui 10.000 euro basta poco più di un paio di legislature; e anche i dipendenti delle due camere, dove anche i barbieri e gli stenografi sono super-pagati, non avranno certo pensioni più basse.
L'ex dirigente siciliano Felice Crosta, che è andato in pensione recentemente con un assegno di 1.400 euro al giorno, se lo è visto dimezzare dalla Corte di Cassazione, e ha presentato immediatamente ricorso per tutelare la sua mega pensione.
L'unica soluzione di BUON SENSO e GIUSTIZIA SOCIALE, in questa italietta governata da persone che non conoscono nemmeno il significato di tali parole, sarebbe quella di INTRODURRE UN TETTO MASSIMO. Indipendentemente dall'importo dei versamenti previdenziali versati, stabiliti in base al reddito, nessuno dovrebbe percepire una pensione superiore ai 3.000 - 3.500 euro mensili netti: una misura che consentirebbe all'Inps di risparmiare almeno 8 miliardi all'anno, che dovrebbero essere impiegati per aumentare le pensioni minime, che oggi non sono sufficienti per la sopravvivenza di una persona.
Con 8 miliardi di euro annui - pari a poco più di 666.500.000 al mese - sarebbe possibile aumentare immediatamente di 100 euro mensili ben 6.650.000 pensioni; una somma che pur non essendo sufficiente per offrire condizioni di vita decenti a chi percepisce la pensione minima, rappresenterebbe una boccata d'ossigeno, soldi che sarebbero immessi nell'economia reale, visto che anziché andare ad ingrassare i conti correnti di qualche privilegiato, verrebbero spesi per far fronte alle necessità quotidiane.
Staff nocensura.com
giovedì 5 luglio 2012
Il
governo: “Un tetto per le pensioni d’oro? Non possiamo toccare i
diritti acquisiti”. E quelli degli esodati? E dei poveri pensionati?
Camera dei deputati, mercoledì 4 luglio 2012. Sono in corso le interrogazioni al governo,
una in particolare viene illustrata dal deputato leghista Fulvio
Follegot. Chiede chiarimenti in merito “alla proposta di introdurre un
tetto di 6000 euro netti al mese per le pensioni erogate in base al
sistema retributivo”.
Si
tratta delle “pensioni d’oro”. Si chiede al governo perché ha
esercitato pressioni su un articolo aggiuntivo al disegno di legge della
spending review che avrebbe imposto un tetto di 6mila euro al mese
sulle pensioni d’oro. Secondo alcuni la norma non è passata perché molti
membri del governo sarebbero stati colpiti proprio dal “taglio”.
E
il Ministro per i rapporto con il Parlamento, Piero Giarda, ha risposto
a nome del governo sul perché non è stato introdotto il tetto alle
pensioni d’oro. Con questa motivazione:
…Per quanto concerne le pensioni liquidate con il sistema retributivo, non può non rilevarsi che l’ipotesi di riduzione delle prestazioni fino a un limite massimo, qualora fosse riferita alle pensioni attualmente in argomento, sembrerebbe non tenere conto dei diritti acquisiti in conseguenza del rapporto assicurativo obbligatorio che determina, nel corso della vita lavorativa, il versamento di contributi calcolati su una base imponibile non sottoposta ad alcun massimale, con conseguenti possibili profili di illegittimità costituzionale….
Capito? E’ clamoroso. Niente taglio perché toccherebbe i diritti “acquisiti”. E sarebbe addirittura incostituzionale.
E’ una risposta indecente, che grida vergogna. Perché
i diritti acquisiti valgono solo per i pensionati d’oro? E per gli
esodati? E perché quando è stato deciso di fare la riforma delle
pensioni questa è stata fatta nel giro di una notte e senza pensare
troppo ai diritti acquisiti? E poi si lamentano dell’antipolitica e
delle polemiche sulla casta… che coraggio
fonte: daw-blog.com
venerdì 18 ottobre 2013
1. DAJE GIORGIA! LA MELONI SOLLEVA LO SCANDALO DEI GIUDICI COSTITUZIONALI, CHE SI FANNO ELEGGERE PRESIDENTI SOLO PER INCASSARE PENSIONI D’ORO E BENEFIT DA CAPOGIRO - 2. IL PRESIDENTE DOVREBBE DURARE IN CARICA 3 ANNI (RINNOVABILI). INVECE PER PRASSI SI ELEGGE IL MEMBRO PIÙ ANZIANO, CHE RESTA IN CARICA POCHI MESI E POI VA IN PENSIONE. COSÌ OTTIENE UN ASSEGNO E UN’INDENNITÀ SUPERIORI A QUELLI MATURATI - 3. COME FACCIAMO A PRENDERCELA CON I FALSI INVALIDI QUANDO PURE I RICCHI GIUDICI DELLA CONSULTA, MASSIMA AUTORITà MORALE, USANO TRUCCHI PER FREGARE L’INPS? - 4. SONO TUTTI RICCHI, EX GIUDICI, AVVOCATI, PROFESSORI, HANNO GIÀ 3-4 PENSIONI A TESTA (VEDI AMATO). EPPURE SAPETE QUANTI PRESIDENTI SONO CAMBIATI NEGLI ULTIMI 23 ANNI? 23! - 5. E, CASUALMENTE, HANNO BOCCIATO IL PRELIEVO DI MONTI E SILVIO SULLE PENSIONI D’ORO -
Luca De Carolis per "Il Fatto Quotidiano"
Dichiara
guerra "a tutte le pensioni d'oro, che ci costano ogni anno 14
miliardi". Ma ce l'ha soprattutto con quelle dei presidenti della Corte
costituzionale: "Sono i guardiani della Carta, dovrebbero dare
l'esempio. E invece ignorano sistematicamente una norma della
Costituzione, guadagnandosi benefit e pensioni più ricche". Giorgia
Meloni, deputata e co-fondatrice di Fratelli d'Italia, ha scritto sul
tema anche al presidente della Repubblica.
Onorevole, nella sua lettera a Napolitano parla di possibile "elusione" della Carta da parte della Consulta.
L'articolo 135 stabilisce che la Corte elegge tra i suoi membri il presidente, che rimane in carica per un triennio. Per prassi consolidata viene scelto sempre il più anziano, che rimane in carica pochi mesi e poi va in pensione. E ciò gli permette di ottenere un trattamento pensionistico e un'indennità superiori a quelle maturate prima che diventasse presidente.
Onorevole, nella sua lettera a Napolitano parla di possibile "elusione" della Carta da parte della Consulta.
L'articolo 135 stabilisce che la Corte elegge tra i suoi membri il presidente, che rimane in carica per un triennio. Per prassi consolidata viene scelto sempre il più anziano, che rimane in carica pochi mesi e poi va in pensione. E ciò gli permette di ottenere un trattamento pensionistico e un'indennità superiori a quelle maturate prima che diventasse presidente.
Quindi?
Come ho spiegato anche martedì a Ballarò, chiedo al Capo dello Stato di utilizzare il suo ruolo per far cessare questa consuetudine. Dal 1957 a oggi solo cinque presidenti della Consulta sono rimasti in carica almeno tre anni (l'incarico è rinnovabile, ndr).
Nello scorso luglio voi di Fratelli d'Italia avevate protestato sotto la sede della Corte.
Certo, perché i giudici avevano bocciato come incostituzionale il prelievo di solidarietà sulle pensioni d'oro. Era stata una mia battaglia: pretendere un contributo del 5 per cento sulla parte eccedente il tetto dei 90 mila euro di pensione. E aveva funzionato: il prelievo è stato applicato sia dal governo Berlusconi che da quello Monti.
Poi però la Consulta ha detto no.
I giudici sostenevano che il prelievo violasse l'articolo 3, quello che prevede l'uguaglianza di tutti i cittadini di fronte alla legge, perché colpiva solo una categoria, ossia i pensionati. In più, facevano distinzione tra redditi e pensioni. Ma è la stessa Corte che l'anno scorso aveva definito illegittimo anche il prelievo sui maxi-stipendi del settore pubblico.
È davvero arrabbiata con la Corte.
Io dico che fa riflettere come tutti i presidenti della Consulta siano pensionati d'oro. So che questa non è una battaglia facile, ma voglio andare avanti.
Come?
A luglio avevo chiesto un incontro a Napolitano, senza esito. In agosto ho presentato una proposta di legge: prevede un tetto massimo di 5 mila euro alle pensioni. Se qualcuno ha versato contributi che giustifichino una cifra superiore, si può ritoccare. Altrimenti il tetto è quello.
Perché proprio 5 mila euro?
Perché è una cifra dieci volte superiore alle pensioni minime. Mi pare che sia sufficiente per vivere tranquilli.
Quante sono le pensioni sopra questo tetto?
Circa 288mila, per un valore di 14 miliardi. Io voglio tagliarle, così da ricavarne risorse per i giovani, i precari, le famiglie.
C'è qualcuno che appoggia il suo ddl?
Ho scritto ai capigruppo e a tutti i parlamentari, invitandoli a sostenere il testo. Sono disposta anche a non comparire come prima firmataria. Mi hanno promesso appoggio esponenti di tutti i partiti.
Ma il testo a che punto è?
Il presidente della commissione Lavoro, Cesare Damiano, non l'ha ancora messo in calendario. Lo chiamerò presto per sollecitarlo.
Twitter @lucadecarolis
DA WIKIPEDIA: NOMI E DURATA DEI PRESIDENTI DELLA CORTE COSTITUZIONALE DAL 1990 A OGGI: IN 23 ANNI, 23 PRESIDENTI!
Giovanni Conso 23 ottobre 1990 3 febbraio 1991 3 mesi e 11 giorni
Ettore Gallo 4 febbraio 1991 14 luglio 1991 5 mesi e 10 giorni
Aldo Corasaniti 15 luglio 1991 14 novembre 1992 1 anno, 3 mesi e 30 giorni
Francesco Paolo Casavola 15 novembre 1992 25 febbraio 1995 2 anni, 3 mesi e 10 giorni
Ettore Gallo 4 febbraio 1991 14 luglio 1991 5 mesi e 10 giorni
Aldo Corasaniti 15 luglio 1991 14 novembre 1992 1 anno, 3 mesi e 30 giorni
Francesco Paolo Casavola 15 novembre 1992 25 febbraio 1995 2 anni, 3 mesi e 10 giorni
Antonio Baldassarre 26 febbraio 1995 8 settembre 1995 6 mesi e 13 giorni
Vincenzo Caianiello 9 settembre 1995 23 ottobre 1995 1 mese e 14 giorni
Mauro Ferri 24 ottobre 1995 3 novembre 1996 1 anno e 10 giorni
Renato Granata 4 novembre 1996 4 novembre 1999[9] 3 anni
Giuliano Vassalli 11 novembre 1999 13 febbraio 2000 3 mesi e 2 giorni
Cesare Mirabelli 23 febbraio 2000 21 novembre 2000 8 mesi e 29 giorni
Vincenzo Caianiello 9 settembre 1995 23 ottobre 1995 1 mese e 14 giorni
Mauro Ferri 24 ottobre 1995 3 novembre 1996 1 anno e 10 giorni
Renato Granata 4 novembre 1996 4 novembre 1999[9] 3 anni
Giuliano Vassalli 11 novembre 1999 13 febbraio 2000 3 mesi e 2 giorni
Cesare Mirabelli 23 febbraio 2000 21 novembre 2000 8 mesi e 29 giorni
Cesare Ruperto 5 gennaio 2001 2 dicembre 2002 1 anno, 10 mesi e 27 giorni
Riccardo Chieppa 5 dicembre 2002 23 gennaio 2004 1 anno, 1 mese e 18 giorni
Gustavo Zagrebelsky 28 gennaio 2004 13 settembre 2004 7 mesi e 16 giorni
Valerio Onida 22 settembre 2004 30 gennaio 2005 4 mesi e 8 giorni
Piero Alberto Capotosti 10 marzo 2005 6 novembre 2005 7 mesi e 27 giorni
Annibale Marini 10 novembre 2005 9 luglio 2006 7 mesi e 29 giorni
Riccardo Chieppa 5 dicembre 2002 23 gennaio 2004 1 anno, 1 mese e 18 giorni
Gustavo Zagrebelsky 28 gennaio 2004 13 settembre 2004 7 mesi e 16 giorni
Valerio Onida 22 settembre 2004 30 gennaio 2005 4 mesi e 8 giorni
Piero Alberto Capotosti 10 marzo 2005 6 novembre 2005 7 mesi e 27 giorni
Annibale Marini 10 novembre 2005 9 luglio 2006 7 mesi e 29 giorni
Franco Bile 11 luglio 2006 8 novembre 2008 2 anni, 3 mesi e 28 giorni
Giovanni Maria Flick 14 novembre 2008 18 febbraio 2009 3 mesi e 4 giorni
Francesco Amirante 25 febbraio 2009 7 dicembre 2010 1 anno, 9 mesi e 12 giorni
Giovanni Maria Flick 14 novembre 2008 18 febbraio 2009 3 mesi e 4 giorni
Francesco Amirante 25 febbraio 2009 7 dicembre 2010 1 anno, 9 mesi e 12 giorni
Ugo De Siervo 10 dicembre 2010 29 aprile 2011 4 mesi e 19 giorni
Alfonso Quaranta 6 giugno 2011 27 gennaio 2013 1 anno, 7 mesi e 21 giorni
Franco Gallo 29 gennaio 2013 16 settembre 2013 7 mesi e 18 giorni
Gaetano Silvestri 19 settembre 2013 in carica
Alfonso Quaranta 6 giugno 2011 27 gennaio 2013 1 anno, 7 mesi e 21 giorni
Franco Gallo 29 gennaio 2013 16 settembre 2013 7 mesi e 18 giorni
Gaetano Silvestri 19 settembre 2013 in carica
Fonte: dagospia.com
venerdì 31 agosto 2012
Mauro Sentinelli |
Tra le tante ignobiltà di questo paese, una delle più schifose, alla quale sarebbe possibile rimediare nel tempo necessario per approvare una legge composta da 4 righe di testo, è quella delle mega pensioni.
Sono 100.000 i "super-pensionati" e ci costano ben 13 miliardi di euro all'anno. Per garantire il cospicuo assegno a queste persone - che hanno guadagnato cifre ingentissime durante la carriera lavorativa - devono versare i contributi qualcosa come 2.200.000 lavoratori. Uno sproposito.
La pensione più ricca d'Italia è quella di Mauro Sentinelli, ex manager e ingegnere elettronico della Telecom; percepisce un assegno di 90.246 euro al mese, - circa 3008 euro al giorno - che si sommano ai gettoni di presenza che percepisce in qualità di membro del Consiglio di Amministrazione di Telecom e Presidente del Consiglio d’Amministrazione di Enertel Servizi Srl. Non male per un pensionato, no?
A Mauro Sentinelli dobbiamo riconoscere che se oggi percepisce una pensione di tale portata, è perché ha fatto una carriera di tutto rispetto, a differenza dei tanti che percepiscono 20-30.000 euro al mese per aver scaldato gli scranni del parlamento per trent'anni. E' stato lui l'ideatore del "servizio prepagato Tim Card", che ha generato immensi profitti per la sua azienda. Una carriera, la sua, premiata con diverse cariche onorifiche: nel 1999 è diventato Cavaliere della Repubblica, nel 2002 Commendatore, nel 2006 Grand’Ufficiale. Dobbiamo riconoscergli di aver versato senza dubbio ingenti contributi pensionistici e tasse, tuttavia pensioni di tale importo non dovrebbero essere contemplate dalla legge, non dovrebbero esistere.
Nella classifica dei pensionati d'oro dietro a Sentinelli, c'è Mauro Gambaro, ex direttore generale di Interbanca, con 665.084 euro all'anno, seguito a ruota da Alberto De Petris, altro ex dirigente del settore telefonia, con 653.567 euro annui.
I signori citati sopra sono stati protagonisti di una brillante carriera lavorativa, e percepiscono questi compensi esagerati a causa delle leggi troppo "generose" stabilite dai governi che si sono susseguiti.
Passiamo ai politici: che invece percepiscono un lauto assegno per il "merito" di aver guidato questo paese allo sfascio a cui assistiamo oggi. Personaggi che, in molti casi, sono entrati in politica in gioventù, per poi trovarci la pensione (in alcuni casi sono 'senatori a vita') persone che in molti casi, avendo - oltre alla carica elettiva di senatore/deputato - anche un lavoro, si sono viste versare per decenni "contributi figurativi" che hanno concorso alla pensione da lavoratore pur non svolgendo la propria mansione.
Tra i politici il pensionato più pagato è il presidente emerito Carlo Azeglio Ciampi, che cumula 30 mila euro/mese di pensione Bankitalia con 4000 euro dell`Inps ed i 19.054 euro dell`indennità da parlamentare. Oscar Luigi Scalfaro, oltre all`indennità di palazzo Madama (19.054) prende 4.766 euro netti al mese dall`Inpdap per avere esercitato l`attività di magistrato per tre anni (dal 1943 al 1946), Lamberto Dini incassa 18 mila euro da Bankitalia, 7000 dall`Inps e 19.054 dal Senato, Giuliano Amato invece cumula 22.048 euro mese dall`Inpdap coi 9.363 che gli da il Parlamento.
Quest'ultimo, ospite della trasmissione "Otto e mezzo" alla domanda "se è disposto a ridursi la pensione" ha risposto che "non ha capito la domanda..." è proprio vero, certe cose i politici non solo non vogliono sentirle, ma non ci riescono nemmeno...
Se i "senatori a vita" (quelli nominati tali, e quelli che lo sono di fatto in quanto da 20-30 anni presenti ininterrottamente in parlamento) arrivano a intascare una cifra intorno ai 30.000 euro, per assicurarsi una bella pensione sui 10.000 euro basta poco più di un paio di legislature; e anche i dipendenti delle due camere, dove anche i barbieri e gli stenografi sono super-pagati, non avranno certo pensioni più basse.
L'ex dirigente siciliano Felice Crosta, che è andato in pensione recentemente con un assegno di 1.400 euro al giorno, se lo è visto dimezzare dalla Corte di Cassazione, e ha presentato immediatamente ricorso per tutelare la sua mega pensione.
L'unica soluzione di BUON SENSO e GIUSTIZIA SOCIALE, in questa italietta governata da persone che non conoscono nemmeno il significato di tali parole, sarebbe quella di INTRODURRE UN TETTO MASSIMO. Indipendentemente dall'importo dei versamenti previdenziali versati, stabiliti in base al reddito, nessuno dovrebbe percepire una pensione superiore ai 3.000 - 3.500 euro mensili netti: una misura che consentirebbe all'Inps di risparmiare almeno 8 miliardi all'anno, che dovrebbero essere impiegati per aumentare le pensioni minime, che oggi non sono sufficienti per la sopravvivenza di una persona.
Con 8 miliardi di euro annui - pari a poco più di 666.500.000 al mese - sarebbe possibile aumentare immediatamente di 100 euro mensili ben 6.650.000 pensioni; una somma che pur non essendo sufficiente per offrire condizioni di vita decenti a chi percepisce la pensione minima, rappresenterebbe una boccata d'ossigeno, soldi che sarebbero immessi nell'economia reale, visto che anziché andare ad ingrassare i conti correnti di qualche privilegiato, verrebbero spesi per far fronte alle necessità quotidiane.
Staff nocensura.com
giovedì 15 dicembre 2011
A pochi giorni di distanza dall notizia dell'80enne sorpreso a rubare 3 bistecche in un supermercato, ecco un altro caso in cui l'esasperazione per la povertà con cui
sono costretti a convivere i pensionati italiani che percepiscono
l'assegno minimo di 500€ - che in Italia sono 1,6 milioni - produce
conseguenze drammatiche.
Questa
volta, come vedremo in seguito, il protagonista ha addirittura 85 anni;
la fame e la disperazione lo ha spinto a provare a rapinare due uffici
postali.
FATTI CHE AVVENGONO TUTTI I GIORNI. In silenzio, in ogni parte d'Italia. Solo
una minima parte di queste vicende finisce alla ribalta nelle cronache
nazionali. La settimana scorsa, anche un quotidiano locale della mia
zona, in provincia di Pisa, riportava una notizia simile. Ed è facile
immaginare come probabilmente - sicuramente - siano svariate centinaia di migliaia i pensionati, alle prese con la vita con la pensione minima da 500€, costretti a rubare le scatolette di tonno o altri generi alimentari nei supermercati. Con
il cuore in gola, per la paura di essere scoperti, costretti a farlo
per mettere qualcosa nel piatto. Come aumenta il numero degli anziani
che vanno alla ricerca degli scarti dei mercati rionali; ormai alcuni
mercatai, anziché gettarli nella spazzatura, quando sbaraccano li
lasciano volontariamente "in bella vista", sicuri che non ci resteranno a
lungo.
Ne
parlavamo poche settimane fa, sulla nostra pagina Facebook, quando
abbiamo appreso che le nuove tasse del governo Monti non avrebbero
risparmiato i più poveri. avevamo pubblicato le tristi immagini a
lato, proponendo una riflessione. Le tasse sulla prima casa non
risparmiano nessuno: ma ancora di più il pesante aumento delle accise sui carburanti: che hanno fatto lievitare considerevolmente il costo del trasporto delle merci, con pesanti ripercussioni sui prezzi finali, che insieme all'aumento dell'IVA costituiscono un mix esplosivo; e lo sappiamo bene, che quando i prezzi vengono rivisti al rialzo, molto spesso questo è più consistente del necessario. La situazione è drammatica: inammissibile. Il freddissimo uomo del Bilderberg evidentemente, non prova alcuna pietà. Ma
dopotutto, cosa dovremmo aspettarci da un signore che incassa
mensilmente oltre 70.000€ (questo almeno, è quanto dichiara) che
collabora con Goldman Sachs, la banca delle speculazioni sulle derrate alimentari e sulle carestie?!? E come dice un antico adagio, "ladro è chi ruba come chi para il sacco".
staff nocensura.com
Di seguito l'articolo di "targatocn", quotidiano online della provincia di Cuneo, dove è accaduto il fatto.
P.G.,
85enne borgarino, ha terminato la sua giornata nelle camere di
sicurezza della caserma Soleri a Cuneo dopo aver tentato, in mattinata,
due rapine prima nell'ufficio postale di Spinetta poi in quello di Cuneo
centro. L'improvvisato rapinatore ha spiegato ai militari che il gesto è
stato spinto dalla disperazione dovuta alla sua situazione di
indigenza.
Verso le 8 della mattinata l'uomo
ha preso la bicicletta e si è recato a Spinetta dove, armato di pistola
giocattolo e a viso scoperto, ha chiesto all'unica impiegata di
consegnargli il contenuto della cassa. La donna però, per nulla
impaurita dal gesto compiuto da un anziano che conosce di vista, chiama
con il cellulare i carabinieri e così mette in fuga l'85enne sopreso a
sua volta dal comportamento della signora.
Si allontana quindi in bicicletta
e raggiunge l'altro ufficio postale di via Bonelli dove tenta di farsi
consegnare il denaro contante dall'impiegata dello sportello numero 9.
Spazientito dal temporeggiare della donna, il novello rapinatore si
allontana e fugge verso Borgo San Dalmazzo dove, nei pressi del centro
commerciale, i carabinieri del reparto operativo e della compagnia di
Cuneo lo rintracciano.
giovedì 27 ottobre 2011
Chi
l’avrebbe mai detto che in Friuli Venezia Giulia, come in Liguria ed in
Trentino, un abitante su settanta è un baby pensionato da un ventennio
ormai, mentre in Emilia Romagna, Veneto, Piemonte e Lombardia ve ne è
uno ogni 90-100?
La
percentuale di "baby pensionati" è superiore al nord, dove essendoci
più lavoro, i giovani riuscivano ad iniziare a lavorare molto presto.
Un articolo del Corriere della Sera descrive meritoriamente la follia delle baby pensioni. Val la pena di leggerlo. Si vedrà che “Ci fu un tempo, nemmeno tanto lontano, in cui si regalavano le pensioni. Erano gli anni del centrosinistra”. Il tempo in cui si permise “alle
impiegate pubbliche con figli di andare in pensione dopo 14 anni, sei
mesi e un giorno, mentre era già possibile per gli statali lasciare il
servizio dopo 19 anni e mezzo”. Per la storia: era il 1973, governo Rumor, con Dc, Psi, Psdi e Pri, definiti nell’articolo “una classe politica miope”.
E
da qui si può partire. Una classe politica miope? Nient’affatto. I
politici di quel tempo non erano più sciocchi di quelli attuali. La
spiegazione sta nella data. Gli Anni Settanta sono il periodo in cui si
parlava di compromesso storico e di lì a poco si sarebbe anche parlato
di “consociativismo”. Si aveva la sensazione che il comunismo non
potesse che vincere: la democrazia occidentale combatteva una battaglia
di retroguardia e la conventio ad excludendum del Pci era un’assurdità. È
vero che questo partito non poteva entrare a viso scoperto in un
governo “occidentale” (il Partito Comunista dell’Unione Sovietica, per
cui esso agiva in franchising, non l’avrebbe permesso) ma è anche vero
che si reputava assurdo tenere lontano dal potere i rappresentanti di
una così larga parte della popolazione italiana. Fra l’altro, metà della
Democrazia Cristiana era consciamente o inconsciamente comunista e
dunque il Pci aveva le sue quinte colonne anche nel partito di
maggioranza relativa. Il risultato fu che esso di fatto fu ammesso
nell’area del potere e l’Italia visse anni e anni sotto l’ipnosi
comunista. Quando Montanelli fondò il suo Giornale fu un atto di
coraggio mostrarsi in giro con il suo quotidiano.
La
certezza dell’inevitabile trionfo del comunismo si ebbe col famoso
“sorpasso”, cioè le elezioni in cui il Pci ebbe più voti della Dc. La
conseguenza fu una politica demenziale e demagogica. Il Pci non voleva
tanto guidare bene un Paese democratico quanto farlo crollare per
sostituirlo con un altro modello sociale. Insisteva per le concessioni
più assurde e costose (“il salario è una variabile indipendente”, diceva
Luciano Lama), pensando che il giorno in cui l’Italia fosse implosa
l’avrebbe meglio ereditata. La Dc, pavida e cinica, concedeva tutto.
Preferiva galleggiare, mantenere il potere, lasciare a figli e nipoti
l’eredità di mille problemi e un debito pubblico colossale, piuttosto
che resistere al Pci e rendersi impopolare.
Gli
italiani non volevano “morire democristiani” e applaudivano. Molti
degli stessi democristiani del resto erano così di sinistra che anche
quando cadde l’Unione Sovietica non per questo rinnegarono il partito
fratello e ne seguirono la sorte: oggi fanno parte del Pd.
In
quegli anni chi scrive queste righe, essendo notoriamente non
comunista, subiva sorridendo l’accusa di essere fascista. I liceali e i
colleghi gli perdonavano questa anomalia a titolo personale. I liberali
infatti erano disprezzati e tutti applaudivano governanti che, complici
dei comunisti, votavano leggi come quella sulle pensioni che, se non
affossavano le finanze pubbliche, era solo perché molti non ne
approfittavano. I professori ad esempio - per ingenuità, per ignoranza,
per avidità (l’allora piccola differenza fra stipendio e pensione) e
perfino, spesso, per non abbandonare gli alunni - graziavano il governo.
Il sottoscritto spiegava che la legge era folle: il professore per
andare a lavorare spendeva in scarpe, vestiti, trasporti ecc. più di
quello che avrebbe perso mettendosi in pensione. Ma il collega era
“fascista”. E anche un po’ pazzo.
Il
risultato fu che, disgustato, il prof.Pardo si mise in pensione. Da
solo non avrebbe salvato il Paese e la follia comunista gli faceva il
più grande regalo della sua vita. Il regalo era a spese dei
concittadini, ma come chiedergli scusa, se gli davano del fascista solo
perché sosteneva che il governo del compromesso storico era demente?
Come chiedere scusa ai concittadini, se loro sostenevano i partiti, Dc e
Pci, che votavano quei provvedimenti anche per “far posto alle nuove
leve”? Perché contestarli, se loro volevano fargli quel regalo?
Cominciarono così i decenni della sua vita felice.
Oggi
molti condannerebbero i baby pensionati con la stessa albagia con cui i
loro predecessori condannavano moralmente chi era contro il governo che
aveva concesso quei vantaggi: ma si può essere condannati per una cosa e
per il suo contrario?
P.S. Galli Della Loggia impiega un secondo articolo per
dire, chissà con quale autorità, e comunque chissà con che sugo, che
gli attuali governanti del mondo a suo parere sono degli scimuniti. Come
se avessimo dei governanti di scorta nel bagagliaio o come se lui
personalmente potesse sostituirli vantaggiosamente.
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