Il progetto per Messina non è solo azzardato, ma secondo me è proprio sbagliato. Ed i progettisti lo sanno, ma dovevano pur proporre qualcosa per giustificare l' incarico milionario. Tanto questo progetto non sarà realizzato.
I gravi difetti sono legati alla totale assenza di rigidezza flessionale dovuta allo schema a "fila di altalene"determinato dalle forature dell' impalcato. Ciò comporta innanzitutto una estrema deformabilità nei riguardi di carichi accidentali non uniformemente distribuiti che potrebbe determinare pendenze dell' impalcato impraticabili dai convogli ferriovari.
Ma sopratutto una estrema vulnerabilità nei riguardi delle azioni del vento. Le prove in galleria del vento su modelli di sezioni cosidette aereodinamiche, hanno già falllito per lo store-bealt in Danimarca, che nonostante sia lungo la metà, sia solo automobilistico ed abbia un impalcato a cassone di 4 mt (sottile ma rispetto a quello di Messina un "mostro" di rigidezza) ha "svolazzato" fin dalla apertura e continua a svolazzare nonostante gli interventi messi in atto.
La soluzione per Messina sarà possibile forse attraverso nuovi materiali, ma sicuramente occorre una svolta "storica"nella concezione strutturale che conduca a schemi diversi, sulla traccia dell' unica idea valida partorita fino ad oggi, quella del Prof. Musumeci con il suo splendido progetto con le controfuni stabilizzanti, nel concorso di idee del 1969.
Autorevoli pareri negativi sul progetto attuale sono stati espressi dal Prof. mazzolani e dal Prof. Mayovescky(?)
al mondo ci sono tre grandi scuole per la progettazione di ponti a grandissima luce: quella americana, quella danese e quella giapponese.
Negli ultimi anni la scuola danese e quella giapponese si sono messe in mostra notevolmente...... basta vedere i Ponti ultimi che hanno realizzato.
La scuola giapponese, in sintesi, ritiene che il Ponte sullo Stretto non possa farsi; la scuola danese dice di si. I giapponesi fondano la stabilità degli impalcati ( che sembra essere il grosso problema) con sovradimensionamenti strutturali, i danesi giocano di + sull'aerodinamica dell'impalcato.
La scuola danese sembra essere quella + consultata dai progettisti dello Stretto; la sc.danese sembra che non abbia prodotto modelli in scala reali opportuni per simulare il comportamento di oltre 3 IKm di impalcato sotto l'azione di un vento con v>210 Km/h.
Sembra che la bontà del progetto derivi da soli lavori di simulaz.numerica al PC poichè i danesi non sono arrivati neanche a 1700 m di luce; con i loro dati ed esperienze dovremmo estendere la luce ad oltre il doppio di quella da essi raggiunta!!!. Questo mi fa paura!!.
I Giapponesi, abituati da sempre a fare strutture robuste, nn si fidano del solo contributo stabilizzante dell'aerodinamica. Io credo che i giapponesi vadano ascoltati però non ho le competenze per esserne sicuro.
mi risulta che la COWI (i danesi...) sia già la società d'ingegneria che dovrà progettarlo su commissione dell'impregilo, sul loro sito ci sono le bozze (pre build investigations come l'han chiamata loro e c'han messo 2 anni) fatte nel 2005
http://www.cowi.com/SiteCollectionDocum ... 6b_low.pdf , nessuno parla di progetto esecutivo
Inoltre mi risulta che la COWI si sia fusa nel 2008 con la Flint & Neill inglese altro colosso della progettazione di ponti mondiale. Aldilà delle chiacchere che fanno i professori universitari italiani, in italia non c'è nessuno al livello degli anglo-danesi e l'ha ampliamente dimostrato la società stretto di messina che in 40 anni non è stata capace di tirar fuori uno straccio di progetto, altrochè "Danesi e Giapponesi accresceranno il loro Know-how a scapito dell’immagine imprenditoriale del nostro paese" come dice MAJOWIECKI, per me sta solo rosicando.
Se non ci riuscirà la COWI a progettarlo, state sicuri che non abbiamo ancora la tecnologia per realizzarlo e non faranno di sicuro degli azzardi.
Sottoscrivo, il mio socio ha seguito la costruzione in officina dello storebaelt e la COWI che lo progettava gli ha sempre dato una grande impressione di professionalità, e detto da lui....c'è da credergli.
Per il ponte, secondo me si può fare il problema vero nell'ordine è:
Politico: a parte il faraone Silvio chi lo vuole in Italia?
Mafioso: per ovvi motivi
RFI - IF Sappiamo lo spessore delle mutande di ghisa che vuole il proprietario ed il progettista dell'infrastruttura ferroviaria prima di accettare qualsiasi azzardo tecnico (andate a guardarvi la stazioen di bologna interrata in corso di costruzione con travi a cerniere a perno in tolleranza meccanica......).
TEcnicamente mi pare che la fune l'avessero risolta....ma non sono aggiornato
Io sono rimasto con un grosso dubbio tra i tanti in merito al progetto del ponte.
LA rotazione dei binari alle estremità dell'impalcato per la deformazione orizzontale dell'impalcato come la risolvono? Nel senso pratico del termine non dei calcoli, come la realizzano? E' un bel casino stante la luce.
Altro problema è che il ponte nella fase originaria l'hanno calcolato ingg. aeronautici (cìè da stare allegri) quindi sarà come minimo incostruibile, d'altra parte sappiamo chi lo farà (carpenteria) ed è gente con i tronchi sul petto altro che pelo e non credo si fermeranno certo, e questo fa ben sperare.
PS Qualcuno ha pensato alla cantierizzazione?? Forse qullo è un problema pure superiore con le enormi aree di edificazioni necessarie, lo storebaelt l'hanno fatto in portogallo e portato a pezzi in danimarca.
ho letto l'articolo di MAJOWIECKI che ovviamente ha un suo punto di vista, direi prevedibile. Intervento divertente ma accademico e poco "costruttivo" a mio modestissimo avvico però. Io credo che i problemi grossi non siano tecnici, ma quelli che ho elencato, non da ultimo il fatto che per dirla alla Ross Brawn "Uno decide" e quell'uno che abbia fatto un ponte da 3 km è vero che non c'è, ma non credo sia indispensabile, altrimenti invece di allungare le campate al più le ridurremmo...
In Italia c'è la mente per farlo, con la collaborazione ovviamente di danesi giapponesi e americani ma ci vuole uno che alla fine decida...chi è? il solito pappone professodr dell'università di Roma amico del ministro di turno che non ha mai combinato nulla nella sua inutile vita se non pontificare da una cattedra?????.......ciaoooooooooo auguri.
CI vuole gente con la testa, che ama l'oggetto ponte come un figlio e che abbia le idee chiare su come si costruisce un ponte sospeso...di questi già ce ne sono meno in Italia...ma tre o quattro ci sono. Il resto sono fuffe di "pensatori" elittari che hanno tempo da perdere.
ho dimenticato di scrivere, Ingegneri aeronautici ITALIANI, e con buonissime conoscenze nel campo dell'aeronautica e sopprattutto....dell'università Italiana.....
La foto mi pare riguardi un velivolo (non un ponte mai costruito prima dall'uomo) e mi pare che sia fatto da americani...ma forse mi sbaglio.
Per quanto al progetto o la COWI o la COWI, i jap stanno studiando un ponte con funi in carbonio e campate da 5 km, antenne e impalcato in carbonio. non manca molto comunque, questione di qualche decina di anni no ndi più (dicono loro ma non sono professori Italiani).
I jap credo che Messina non lo vogliano proprio fare, per loro affidarsi esclusivamente a modellini aerodinamici per quanto raffinato etc etc.....non è affidabile. Ecco perchè l'akashi ha un impalcato torsiorigido alto 14 m.
Io non faccio aerei e progetto ponti da 10 anni, facciamo che gli aeronautici progettano aerei e non ponti?
Dai su, che mi volete rubare pure il lavoro?
Dopo che ho sentito certe menti dell'uni di Roma preoccuparsi di mettere 1.000.000 (gli zeri sono giusti) di sensori per monitorare il ponte, li avrei invitati a metterli anche dove non battte il sole, sia mai che scoprano qualcosa di interessante pure li.
Chi fa sa, chi non fa non può sapere. Io gli aerei non li progetto al limite ci salgo mi segno e spero di atterrare (non per colpa degli ingg. ovviamente).
Un ingegnere che ha lavorato al progetto approvato dal governo fa retromarcia: meglio copiare dai giapponesi.
Il Ponte sullo Stretto di Messina? Anziché il progetto a campata unica scelto dal governo, dovremmo copiare quello del Ponte di Akashi, in Giappone: si risparmierebbero 3 miliardi di euro e quattro anni di lavoro, ma soprattutto non aggredirebbe la costa siciliana.
Remo Calzona, docente di Tecnica delle costruzioni alla Sapienza di Roma, da ormai 40 anni studia la realizzabilità del progetto più faraoinico dell’ingegneria civile italiana. E’ stato coordinatore del Comitato scientifico per la società Stretto di Messina, contribuendo dunque alla stesura del progetto per il quale il Governo ha già stanziato una prima tranche da 1,5 miliardi di €. Ma ora ne prende le distanze con il libro
La ricerca non ha fine (Dei editore, pagg. 395, 80 €)
Che cosa non va, professore?
La scelta di un’unica campata centrale, (vedi prima foto) ovvero un ponte con due soli appoggi principali all’estremità, lunga 3.300 metri: sarebbe la prima volta al mondo. L’evoluzione tecnologica più recente suggerisce di cambiare il progetto.
Dice che il ponte non reggerebbe?
A lungo termine, non si sa e non si può sapere. Proprio per l’assenza di precedenti e per la strordinaria lunghezza. Meglio andare sul sicuro e copiare dal ponte giapponese di Akashi-Kaikyo (vedi seconda foto) : con una campata centrale di 2 km. e due laterali di 1 km. ciascuna.
I vantaggi quali sarebbero?
Ci sarebbero sostegni anche centrali, quindi più sicurezza. E poi sembra fatto su misura per lo Stretto di Messina: una zona altamente sismica e soggetta a venti forti, proprio come il Giappone.
Gli ambientalisti sono già sul piede di guerra.
Perchè il progetto del Governo prevede una strada lunga 10 km., costruita apposta per accedere al ponte, che attraversa la Riserva Naturale della Laguna di Capo Peloro, tra i laghi costieri di Ganzirri e Faro. Quello giapponese, invece, avrebbe un percorso diverso, ovvero taglierebbe lo Stretto, diagonalmente, lasciando stare la riserva. E il viadotto di accesso sarebbe molto più corto.
Per questo sostiene che costerebbe anche meno?
Esatto: la quantità di materiale necessario è nettamente inferiore. E per lo stesso motivo, si potrebbe realizzare entro il 2014, anziché il termine fissato per il 2018.
Quanti posti di lavoro potrebbe generare la costruzione del ponte, in un caso o nell’altro?
Di sicuro, porterà tanti investimenti. Quanto ai posti e di lavoro, un progetto del genere richiede il ricorso a maestranze specializzate che non sono poi così numerose in Italia, quindi bisognerebbe ricercarle all’estero».
ROMA - Il governo si impegna «alla soppressione dei finanziamenti che il Governo ha previsto per la realizzazione del ponte sullo Stretto di Messina, pari complessivamente a 1 miliardo e 770 milioni di euro, di cui 470 milioni per il solo anno 2012 quale contributo ad Anas s.p.a. per la sottoscrizione e l'esecuzione, a partire dal 2012, di aumenti di capitale della società Stretto di Messina s.p.a.». Lo prevede una mozione presentata dall'Italia dei Valori approvata questa mattina dall'Aula della Camera. Mozione su cui l'esecutivo aveva dato parere favorevole.
Misiti: E escluso che il Governo non lo realizzi - E' escluso che il governo non realizzi il ponte sullo Stretto di Messina. Lo precisa il viceministro alle Infrastrutture, Aurelio Misiti, in una nota in cui ricostruisce le tappe dell'approvazione, questa mattina in Aula alla Camera, di una mozione dell'Idv che impegna l'esecutivo a sospendere i finanziamento per il Ponte.
«Il viceministro - si legge nella nota - nel dare il parere a nome del Governo ha proposto una riformulazione della mozione dell'Italia dei Valori che di fatto escludesse la possibilità di ricorrere a fondi della società Stretto di Messina spa. La riformulazione non è stata accolta e tuttavia si è lasciata al governo la discrezionalità di trovare tali fondi da varie fonti.
Pertanto è da escludere categoricamente che il Governo possa scegliere di non realizzare il Ponte sullo Stretto. Quindi la posizione del Governo è netta e quella personale dell'On. Misiti ancora di più. Pertanto la comunicazione data non corrisponde assolutamente alla posizione politica del viceministro Misiti».
Boccia (Pd): Già modificata la lettera all'UE - «Oggi a Montecitorio due provvedimenti hanno già modificato i termini della lettera inviata solo ieri dal governo alla Ue». Lo ha detto Francesco Boccia, coordinatore delle commissioni Economiche del Gruppo del Pd alla Camera, il quale spiega che «la mozione Meta del Pd, votata anche dalla maggioranza con il parere favorevole del Governo, impegna l'esecutivo ad usare i 2 miliardi di extragettito dell'asta per le frequenze dei telefonini per il trasporto pubblico locale: il punto è che questi soldi sono già stati destinati da Tremonti ad altre finalità».
«La mozione dell'Idv, anch'essa votata dalla maggioranza con l'ok del governo, blocca, invece, le risorse finalizzate per il Ponte sullo Stretto - continua Boccia - In neanche mezza mattinata, alla Camera sono stati messi in discussione alcuni contenuti fondamentali della lettera con cui il governo si è impegnato in Europa. Dunque, l'estremo rigore che Berlusconi vantava ieri davanti ai leader europei è solo di facciata: in parlamento agiscono con estrema superficialità e nel caos più assoluto».
Donadi (Idv): Ha prevalso il buon senso - «Siamo molto soddisfatti per l'accoglimento della nostra mozione sui trasporti che impegna il governo a sopprimere il finanziamento del ponte sullo Stretto di Messina e destinarlo al trasporto pubblico locale». Lo dichiara in una nota Massimo Donadi, presidente dei deputati di IDV.
«In un momento di grave crisi economica come questo - prosegue - e di fronte agli indiscriminati tagli compiuti dal governo è prioritario mettere i diritti dei cittadini contribuenti al primo posto. Abbiamo contribuito a far vincere, per una volta, il buon senso. Ora ci auguriamo che il Governo mantenga fede agli impegni assunti conclude il presidente dei deputati dipietristi».
Libè (Udc): Dal Governo mancanza di idee e di coraggio - «Anche nella vicenda del Ponte sullo Stretto questo Governo ha dimostrato di non avere idee e di essere in definitiva poco affidabile e inadatto a guidare il Paese». Lo dichiara il deputato e responsabile Enti locali dell'Udc, Mauro Libè, che aggiunge: «Per anni, infatti, si è sostenuta l'importanza di realizzare un'opera pubblica così importante, che avrebbe avuto effetti positivi per lo sviluppo dell'economia del Mezzogiorno e di tutta l'Italia. E per anni sono rimasti inascoltati i nostri appelli a mettere da parte le grandi opere per dare la precedenza a quelle immediatamente cantierabili per favorire l'uscita dalla crisi attraverso il volano delle opere pubbliche».
«Oggi, come se niente fosse, il Governo, cosciente della sua debolezza e temendo di andare sotto in occasione di ogni voto parlamentare, ha dato parere favorevole - dice Libè - a una mozione dell'Idv volta al blocco dei finanziamenti per il Ponte sullo Stretto. Per guidare un grande Paese come l'Italia, però, servono idee chiare e il coraggio di sostenerle. Un Governo rispettabile non cambia le proprie convinzioni come una bandiera al vento. A questo punto, vorremmo sapere che fine fanno i fondi e se verranno impiegati per altre opere pubbliche».
Gruppo Mpa Camera: Soppressione fondi? Non è vero - «La demagogia e la falsificazione della verità hanno un limite. E crediamo che questo limite è stato superato nel dare una versione assolutamente fuori luogo della votazione in aula delle mozioni sul Trasporto pubblico locale». E' quanto si sottolinea in una nota del gruppo del Movimento per le Autonomie alla Camera, a proposito della notizia secondo cui a Montecitorio è stata approvata una mozione dell'Idv che impegna il governo a cancellare i finanziamenti pubblici per la realizzazione del Ponte sullo Stretto.
Bonelli (Verdi): Destinare i fondi ad opere utili - «Adesso si destinino immediatamente gli 8,5 miliardi di euro destinati dal governo per un'opera inutile e dannosa come il Ponte sullo Stretto di Messina alle vere priorità dell'Italia, che sono la lotta la difesa del suolo in un paese che frana e il trasporto pubblico locale che ha subito tagli senza precedenti». E' questo il commento del leader dei Verdi Angelo Bonelli all'approvazione di una mozione dell'Italia dei Valori che impegna il governo a bloccare i fondi destinati al Ponte sullo Stretto di Messina.
«Questa non è la prima bocciatura per il Ponte sullo Stretto di Messina. Già l'Europa nelle scorse settimane aveva escluso quest'opera dai dai progetti prioritari nel quadro delle grandi reti transeuropee per il periodo 2014-2020: continuare con questo progetto è solo uno sperpero di denaro pubblico di cui il governo dovrà rispondere».
«E' semplicemente indecente che che nel pieno di una crisi economica gravissima, con i conti pubblici sotto l'attacco della speculazione mondiale e con frane e alluvioni che devastano l'Italia e provocano morti su morti il governo insista nel voler buttare a mare 8,5 miliardi per il Ponte sullo Stretto di Messina - conclude Bonelli -. Le priorità per l'Italia sono altre a partire dalla messa in sicurezza del territorio e dalla lotta al dissesto idrogeologico a cui sono stati tagliati il 90% dei fondi».